Da Internet

Proba nacque da una nobile famiglia romana pagana, visse tra il 320 e il 370 d.C.. Suo padre era Petronio Probiano, console nel 322, suo nonno paterno Pompeo Probo, console nel 310. Si convertì al cristianesimo quando già era adulta, facendo poi convertire anche il marito e i figli.

Riporto questi dati ricavati da Internet (Wikipedia) dove si dice che sposò Clodio Celsino Adelfio, praefectus urbi nel 351, dal quale ebbe almeno due figli, Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio e Faltonio Probo Alypio, tutti alti funzionari imperiali. Questo dato è in contrasto però con la descrizione del Deci del primo quadro dove asserisce di vedere sul quadro che vicino a Proba ci sono tre “figliuoli” e “Probina sua figliuola”. Ebbe anche una nipote, Anicia Faltonia Proba, la quale aprì le porte di Roma ad Alarico I in occasione del Sacco di Roma (410). Anche questo punto è in contrasto con il punto 8 della lettera del Deci che dice essere Proba ad aprire le porte di Roma ai Goti . Faltonia Proba morì prima del marito.

(Internet Wikipedia) Faltonia Proba fu l'autrice di due poemi, uno solo dei quali pervenuto al giorno d'oggi; l'identificazione di Proba con Faltonia Betizia è quasi unanimamente accettata, anche se alcuni studiosi propongono che l'autrice dei poemi, in particolare di quello pervenuto, fosse l'omonima nipote, Anicia Faltonia Proba.

(Internet Wikipedia) Il primo poema, forse composto quando era ancora pagana, riguardava lo scontro tra l'imperatore Costanzo II e l'usurpatore Magnenzio, argomento che toccava da vicino Proba, in quanto il marito fu prefectus urbi nel 351, dunque durante l'usurpazione. L'esistenza di tale poema è attestata dal secondo poema, quello pervenuto.

(Internet Wikipedia) Dopo la sua conversione, Proba compose un poema epico cristiano, il Cento Vergilianus de laudibus Christi. Si tratta di un centone virgiliano, cioè di un componimento ottenuto giustapponendo versi estratti dalle opere del poeta mantovano, con modifiche minime, che, nel caso in questione, corrispondono all'introduzione dei nomi biblici. Il poema ha per argomento la creazione del mondo e la vita di Gesù, che diviene un eroe epico, e fu dedicato all'imperatore Onorio. In 694 versi è diviso in proemio e invocazione (versi 1-55), episodi dell'Antico Testamento (versi 56-345), episodi del Nuovo Testamento (versi 346-688) ed epilogo.

(Internet Wikipedia) “San Girolamo espresse un giudizio negativo su questa opera, affermando che una "vecchia chiacchierona" voleva "insegnare le scritture prima di averle comprese", ritenendo "il Marone [Virgilio] senza Cristo un cristiano" (Lettera 53.7); Papa Gelasio I (492-496) la dichiarò apocrifa e dunque, sebbene non eretica, ne venne proibita la declamazione in pubblico. Malgrado ciò, l'opera godette di un certo successo sia durante l'antichità (sono attestate copie fatte per gli imperatori Arcadio e Teodosio II, sia durante il medioevo (Giovanni Boccaccio la inserì; tra le donne illustri nel suo De mulieribus claris) che nel Rinascimento (l'edizione a stampa, risalente al 1472, fu probabilmente la prima di un'opera composta da una donna).”

(Internet Wikipedia) Clodio Celsino Adelfio, marito di Proba,  (latino: Clodius Celsinus Adelphius o Adelfius; fl 333-351) fu un politico dell'Impero romano. Prima del 333 fu corrector, con sede a Benevento (di cui era patrono), di una provincia italiana, la Campania o l'Apulia et Calabria; nel 351 era proconsole in una provincia non nota, forse l'Africa, ed era già sposato con Proba. Dal 7 giugno al 18 dicembre 351 fu praefectus urbi sotto Magnenzio, venendo accusato da Dorus di cospirazione contro Magnenzio: probabilmente l'accusa era fondata, come suggerito dal fatto che Proba compose poi un poema epico in cui celebrava la cittoria dell'imperatore Costanzo II su Magnenzio.

(Internet Wikipedia) Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio, figlio di Proba, (latino: Quintus Clodius Hermogenianus Olybrius; fl 361-384) fu un politico dell'Impero romano. (Internet Wikipedia) Era un cristiano, figlio di Clodio Celsino Adelfio e di Faltonia Betizia Proba, una poetessa. Sposò Tirennia Anicia Giuliana, appartenente alla gens Anicia in quanto figlia del praefectus urbi del 382 e console del 408 Anicio Auchenio Basso, da cui ebbe una figlia, Anicia Faltonia Proba, (nipote di Proba). (Internet Wikipedia) Fu vir clarissimus, consolare della Campania (prima del 361; patrono di Formia), proconsole d'Africa (361), praefectus urbi (369-370), prefetto del pretorio per l'Illirico e per l'Oriente, console nel 379. Era ancora vivo nel 384, ma morto nel 395. (Internet Wikipedia) Durante la prefettura dell'Urbe, che fu quieta e temperata, arrestò due sospetti avvelenatori, ma le indagini andavano per le lunghe a causa della sua malattia, così il caso passò al prefetto dell'annona Massimino; gli succedette Publio Ampelio. Fu console posterior rispetto al poeta Decimo Magno Ausonio perché questi era prefetto anziano: mentre infatti Ausonio venne nominato prefetto del pretorio in Gallia nel tardo 377, Olibrio venne nominato prefetto per l'Illirico dall'imperatore Graziano probabilmente all'inizio del 378, forse in previsione dello scontro con i Goti in Tracia (che culminò con la sconfitta e morte di Valente nell'agosto alla Battaglia di Adrianopoli); era a Sirmio quando venne nominato console da Graziano. Prima dell'assunzione del consolato, venne nominato prefetto del pretorio in Oriente.

(Internet Wikipedia) Anicia Faltonia Proba, nipote di Proba, fu un esponente dell'aristocrazia dell'Impero romano.Apparteneva ad una famiglia di alto rango ed era imparentata con la gens Petronia, con la gens Olybria e con la gens Anicia. Suo padre era Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio (console nel 379), suo marito Sesto Petronio Probo (console nel 371), da cui ebbe Anicio Ermogeniano Olibrio (console nel 395), Anicio Probino (console col fratello nel 395), e Anicio Petronio Probo (console nel 406); sua nipote era Demetria e sua nuora Anicia Giuliana, la moglie di Olibrio.Nel 395 era già vedova. Cristiana, era in contatto con diversi personaggi della cultura dell'epoca, tra cui Agostino di Ippona e Giovanni "Crisostomo" Si trovava a Roma nel 410, in occasione del sacco ad opera dei Vandali di Alarico I: fuggì in Africa, ma qui venne trattata male da Eracliano. Ereditò molti possedimenti in Asia, che vendette per donare il ricavato alla Chiesa e ai poveri. Proba era molto istruita, come molte delle donne della sua famiglia. La nonna Faltonia Betizia Proba era stata una poetessa, Anicia compose probabilmente l'epigrafe per il marito, la nipote Demetria fu amica di san Girolamo, che la descrive come istruita.Morì in Africa nel 432.